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CORRISPONDENZA DIPLOMATICA

SOSTENEVA ANDRÉ MAUROIS: "La diplomazia è l'arte di esporre l'ostilità con cortesia, l'indifferenza con interesse e l'amicizia con prudenza”.

SETTIMA UNITA’. DIPLOMAZIA. LE ORIGINI

Diplomazia è un termine che deriva dal verbo greco diploun (piegare in due). Ai tempi dell'impero romano i documenti imperiali, come lasciapassare, permessi di transito, eccetera, erano applicati su piastre metalliche doppie, piegate e cucite. Questi documenti venivano chiamati "diplomas". Successivamente tutti i documenti ufficiali, che conferivano privilegi o statuivano accordi e così via, non necessariamente applicati su metallo, furono chiamati "diplomas". L'enorme produzione di "diplomas" fece nascere la figura dell'archivista e decifratore di questi documenti. L'aggettivo "diplomatica" in origine si riferiva esclusivamente alla scienza che studia i documenti ufficiali: la res diplomatica, gli "affari diplomatici", appunto. L'utilizzo dei termini "diplomazia" e "diplomatico" risale a non prima del 1796, quando in Inghilterra Edmund Burke iniziò a utilizzarli designando

"l'insieme delle procedure politico-istituzionali mediante le quali gli Stati intrattengono relazioni reciproche". A partire dal 1815, dopo il Congresso di Vienna, il servizio diplomatico divenne una vera e propria professione distinta da quella del politico, acquistando così valore giuridico con norme e prescrizioni.

E' probabile che anche nella preistoria, sin dal primo organizzarsi di gruppi di uomini separati da altri, si sentì l'esigenza di inviare emissari per proporre delle tregue ai combattimenti che si registravano in quel periodo. E' sicuro, comunque, che l'attività diplomatica era ampiamente praticata nell'antichità, dalle polis greche a Roma, da Bisanzio alla Cina imperiale. Tuttavia, in nessuno Stato antico vi fu mai un’organizzazione permanente preposta all’espletamento delle attività diplomatiche.

Nel mondo greco i rapporti diplomatici erano essenziali, dato il frazionamento delle città Stato. Per questo si andò elaborando una prima embrionale forma di diplomazia organizzata, anche se siamo ancora lontanissimi dalla vera e propria attività diplomatica permanente. Dal diritto privato, così, si sviluppò il concetto di immunità diplomatica che, sebbene non

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codificato esplicitamente, costituì una regola costante che col passare del tempo diverrà prassi formalizzata. In pratica si capì subito che, in caso di guerra o di ostilità non guerreggiata tra Stati, se l'emissario di una delle parti fosse stato ucciso, senza aver esaurito il suo compito, i negoziati per una probabile pace o per una eventuale alleanza sarebbero sfumati.

A partire dal YI secolo a.C., i greci svilupparono anche la pratica di scegliere i loro ambasciatori tra i più abili oratori o tra i più preparati avvocati del foro. Questo sta a significare che già allora si capì l'efficacia per uno Stato di dotarsi di uomini capaci di portare ambascerie e convincere le autorità degli altri Stati.

A Roma la diplomazia si sviluppò ampiamente solo nel tardo periodo repubblicano e durante l'impero. La necessità principale fu quella di mantenere i contatti con un gran numero di Stati sovrani, alleati a Roma o soggetti.

Nella tarda antichità comparve anche la diplomazia pontificia.

L'editto di Milano, emanato nel 313 da Costantino il Grande, garantì la libertà religiosa per tutti i culti, tuttavia l'imperatore diede maggior peso al cristianesimo sostenendolo, poiché ritenuto fattore di unità per il suo impero.

La moderna diplomazia nacque nell'Italia del Rinascimento. Nel

Medio Evo, il sistema diplomatico restò sostanzialmente immutato. In questo periodo della storia operarono comunque i legati, i commissari, i nunzi, gli ambasciatori, ma nessuno di questi però raggiunse lo status di diplomatico permanente. I Principati italiani del Quattrocento e del Cinquecento, con i loro mille intrighi, contribuirono a far nascere la moderna diplomazia, con un nuovo tipo di diplomatico, colto ma allo stesso tempo astuto e spregiudicato.

Furono così le signorie italiane a introdurre un sistema di missioni diplomatiche permanenti che avevano il compito di rappresentare gli interessi dei loro Stati, di negoziare e di "riferire".

In questa politica si distinse la Firenze di Lorenzo il Magnifico, ma soprattutto Venezia. La diplomazia veneta, infatti, fu famosa per l'acume e il coltivato senso politico dei suoi diplomatici residenti. Le "Relazioni" che questi inviavano al Gran Consiglio costituiscono ancora oggi una preziosissima fonte storica. Il Senato veneziano stabilì la precisa struttura formale della diplomazia, fissando le modalità comportamentali, la periodicità dei rapporti da inviare, la loro parziale cifratura.

La prima missione permanente accertata dagli storici fu quella di Francesco Sforza, duca di Milano, a Genova nel 1455. Cinque anni più tardi anche il duca di Savoia inviò il suo primo ambasciatore permanente, l'arcidiacono di Vercelli Eusebio Margaria a Roma dal pontefice.

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Possiamo tranquillamente affermare che l'Italia della seconda metà del

1400, oltre ad essere la culla dell'arte e della cultura europea, fu anche genitrice di un istituto giuridico che segnerà la futura vita politica mondiale.

Una delle caratteristiche della "diplomazia all'italiana", fu l'autorevolezza di alcuni personaggi d'eccezione incaricati di svolgere delicate azioni diplomatiche: in questo periodo ritroviamo così ambasciatori e rappresentanti di Stato della statura di Dante, Petrarca, Boccaccio e, più tardi, di Machiavelli e Guicciardini, tutti influenzati dall'aspro contesto storico-politico dell'Italia dell'epoca.

Il fiorentino Niccolò Machiavelli (1469-1527), oltre ad essere considerato uno dei padri della moderna scienza politica, è anche stato un superbo conoscitore dell'arte della diplomazia. Egli sviluppò una concezione del diplomatico profondamente condizionato dal clima politico del suo tempo. Secondo la sua opinione l'operato degli ambasciatori era indissolubile dalla volontà del principe e dagli interessi del suo Stato, i quali permettevano di scavalcare la morale individuale. La diplomazia, secondo Machiavelli, si configurava soprattutto come un potente strumento d'inganno. L’aforisma del Principe di Machiavelli dice: ―Il fine giustifica i mezzi―.

Il sistema della diplomazia italiana si estese gradualmente anche al resto dell'Europa. I primi furono i britannici nel 1519, con due ambasciatori permanenti - sir Thomas Boleyn e il dottor West - accreditati come diplomatici a Parigi. Con l'affermarsi degli Stati Nazione, nel XVII secolo l'attività diplomatica venne finalizzata all'interesse degli Stati. L'obiettivo principale della politica estera divenne l'equilibrio tra le Nazioni più potenti. Una curiosità: un "mezzo diplomatico" molto utilizzato nella storia fu il ricorso al "matrimonio" come misura politica per appianare tensioni delicatissime e rinforzare alleanze. Tale metodo rese, ma è solo un esempio fra i molti, regina di Francia Maria Antonietta, la figlia di Maria Teresa d'Austria.

Avere rappresentanti all'estero era costoso, per questo gli ambasciatori erano spesso ricchi nobili di alto rango che, nonostante la bassissima retribuzione, a proprie spese riuscivano a soggiornare fuori patria. Essi comunque accettavano il compito per prestigio, ma anche in vista di avanzamenti futuri in patria.

A partire dalla fine del primo conflitto mondiale fa la sua comparsa la "diplomazia multilaterale". Tutto è cominciato con la fondazione della Società delle Nazioni, ma ulteriori sviluppi si ebbero soltanto con le Nazioni

Unite e le loro numerose Agenzie specialistiche, dalla FAO all'UNESCO eccetera. Tutt'oggi la maggior parte degli Stati ha un rappresentante permanente presso ciascuna di esse. Successivamente alla Seconda guerra mondiale la diplomazia multilaterale si è ancor più allargata grazie al ruolo

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centrale assunto da organizzazioni regionali o internazionali come l'Alleanza Atlantica, l'Unione Europea Occidentale (UEO), l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), l'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica (AIEA), l'Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa (OSCE), per non parlare del Fondo Monetario Internazionale (FMI), della Banca Mondiale o dell'Organizzazione Mondiale del Commercio.

La "diplomazia classica" subisce così una sostanziale trasformazione, dovuta soprattutto all'irrompere nell'ambito delle relazioni internazionali di un fenomeno nuovo, che è quello della cooperazione allo sviluppo. In pratica, attorno alla metà del secolo scorso, si posero le basi per la cooperazione economica bilaterale e per quella multilaterale con utilizzo sia di crediti agevolati che di doni e con l'obiettivo di promuovere la ricostruzione e lo sviluppo. Monumenti di questa politica furono (e sono) il Fondo Monetario Internazionale, nato nel 1944 a Breton Woods e con il compito di monitorare le politiche monetarie degli Stati membri per armonizzarle fra loro e migliorare le prospettive di crescita economica degli stati stessi; la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BIRS) con il compito di finanziare la ricostruzione dei Paesi europei indeboliti dal conflitto mondiale. Nel 1950 la BIRS fu trasformata in Banca Mondiale, con l'obiettivo di fornire crediti a condizioni di favore per contribuire allo sviluppo dei Paesi meno sviluppati.

Fino al XVII secolo la lingua ufficiale della diplomazia fu il latino, diffuso in tutta Europa tra gli uomini di cultura. Gradualmente, con la supremazia politica della Francia sul continente europeo, il latino fu sostituito dal francese. L'intervento degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale segnò l'avvento anche dell'inglese come seconda lingua diplomatica.

La diplomazia italiana. In Italia, per tutto il 1800, il compito del diplomatico fu assegnato ad una ristretta cerchia di persone vicine alla Corte. Successivamente,con l'evoluzione dello Stato repubblicano, si passò alla selezione di personale qualificato. Il primo concorso pubblico per la selezione e il reclutamento del personale diplomatico che avrebbe dovuto lavorare per il

Ministero degli Affari esteri si registrò soltanto alla vigilia del primo conflitto mondiale.

La attuale normativa in materia entrò in vigore il 5 gennaio 1967.

La nuova normativa permise anche alle donne di intraprendere la carriera diplomatica. L'adesione alla "nuova Europa" ha permesso alla diplomazia italiana di allargare i suoi campi di competenza. La diplomazia multilaterale europea è quindi divenuta di fatto una branca molto importante

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del sistema di governo italiano, questo ha così permesso la creazione di una nuova categoria di diplomatici "riservati" all'Unione Europea che solo raramente intersecano carriere, sedi ed interessi con il resto della "carriera".

La partecipazione dell'Italia alle cosiddette "missioni umanitarie" ha ulteriormente ingrandito i compiti della diplomazia, che questa volta, oltre a contatti politico-militari con gli "alleati", si deve occupare anche di situazioni particolari collegate agli avvenimenti (come la liberazione di cittadini italiani presi in ostaggio da gruppi di ribelli o da terroristi).

L'evoluzione attuale della diplomazia vuole un ritorno all'antica prassi dell'invio di missioni speciali, tutt'oggi per lo più presiedute da capi di Stato o di governo, le quali si recano presso un governo straniero per trattare, direttamente e in breve tempo, determinati problemi politici, economici, e così via. Questa è detta "diplomazia volante", anch'essa codificata alla

Convenzione di New York il 16 dicembre 1969.

Un'altra evoluzione dell'attuale diplomazia è stata la nascita delle cosiddette "Unità di crisi". Si tratta in pratica di un organo nazionale di

"gestione delle crisi", che si occupa di questioni delicate e di alta responsabilità come conflitti locali, (ad esempio la guerra in ex Jugoslavia), terrorismo, rapimenti di connazionali all'estero, calamità naturali, eccetera. Naturalmente l'Unità di crisi collabora a stretto contatto con altri istituti dello Stato, quali la presidenza del Consiglio, i ministeri della Difesa e dell'Interno, le Organizzazioni non governative.

Tuttavia, l'evoluzione della politica internazionale, con i suoi squilibri politici e di campo, ha portato al paradosso, per dirla come Giovanni Giolitti, che per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano.

ESERCIZIO 1. Queste parole ed espressioni vi aiuteranno ad entrare nell’argomento:

accordo m

сoгласие, гармония; соглашение, пакт,

 

договор

alleato a; m

cоюзный; союзник

ambasceria f

должность посла; дипломатическая миссия

ambasciata f

посольство

ambasciatore m

посланец; посол

~ straordinario е

~ чрезвычайный и

~ plenipotenziario

~ полномочный

acquisire vt (acquistare)

приобретать, снискивать; заслуживать

~ importanza f

~ значение; доверие

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завоевать авторитет;

 

 

получить известность

contribuire

vi ( a )

участвовать ( в ); содействовать,

 

 

способствoвать

conferire vt

 

присваивать, жаловать; предоставлять

~ privilegi

~ привилегии

~ onorificenza

~ вручить награду (орден)

diplomatico a; m

дипломатический; дипломатичный;

 

 

дипломат

corpo ~

 

дипкорпус

relazioni pl;

~ che

дипломатические отношения

corriere m;

~diplomatico

дипкурьер

diplomazia

 

дипломатия; дипломатическое ведомство;

 

 

дипломатичность

distinguere vt (da)

отличать, различать

esercitare, espletare

быть дипломатом

delle attività diplomatiche

 

 

gestire delle crisi

разрешать кризисные ситуации,конфликт

immunità diplomatica

дипломатический иммунитет

incaricare

 

поручать

incaricare q.d. di q.c.

поручить к.-л. что-л.; возложить на к.-л.

incaricato m; ~ d’affari

поверенный; ~ в делах

invio, m

 

отправка, посылка

~ di missioni speciali

~

специальной миссии

~ umanitari

~

гуманитарной миссии

porre le basi (gettare le basi)

заложить основу

ESERCIZIO 2. Riportate i passi del testo introduttivo in cui sono usati i vocaboli e le locuzioni seguenti:

conferire privilegi; intrattenere relazioni reciproche; statuire accordi; dotarsi di q.c.; mantenere i contatti con q.d.; emanare un editto; restare immutato; diplomatico permanente; contribuire a far nascere; missioni diplomatiche permanenti; rappresentare gli interessi di; distinguersi; costituire una fonte; modalità comportamentali; la culla dell’arte; incaricato di svolgere azioni diplomatiche; sviluppare una concezione di; volontà del principe; interessi di Stato; lingua ufficiale; porre le basi; diplomazia multilaterale;

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intraprendere la carriera diplomatica; partecipare a; occuparsi di; prendere in ostaggio; trattare direttamente e in breve tempo; applicare una legge.

ESERCIZIO 3. A) Riassumete il testo in breve.

B)Fate un elenco di tutte le tappe nello sviluppo storico della diplomazia.

C)Tracciate il piano del testo e riassumetelo per esteso.

D)Svolgete i temi:

Le attività diplomatiche praticate nell’antichità;

La diplomazia nel periodo repubblicano e in quello dell’impero; La diplomazia del Rinascimento;

L’estensione della diplomazia italiana in Europa;

La diplomazia multilaterale;

L’evoluzione attuale della diplomazia.

ESERCIZIO 4. Traducete il seguente testo in italiano per scritto:

3аконодательство в отношении послов иностранных государств при Империи оставалось тем же, каким оно было и при Республике. Личность посла даже враждебных государств считалась священной и неприкосновенной. Нарушение посольских прав квалифицировалось как нарушение международного права. «Если кто-либо нанесет ущерб послу враждебной страны, — замечает по этому поводу юрист Помпоний, — это должно рассматриваться, как нарушение права народов, ибо послы признаются священными особами» (sancti habentur legati).

Посольства при Империи играли бòльшую роль, чем при Республике. Они связывали центр с провинциями, а провинции — друг с другом и со всем миром. Дипломатические нити протягивались по всему «кругу земель» и выходили далеко за его пределы. Посольства отправлялись по самым разнообразным поводам: по случаю какого-либо важного события в императорской фамилии, со всякого рода просьбами, жалобами и судебными спорами.

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OTTAVA UNITA’. LA CONVENZIONE DI VIENNA

SULLE RELAZIONI INTERNAZIONALI

"Ambasciator non porta pena"

La Convenzione di Vienna del 1961, entrata in vigore nel 1965, codificò le regole della diplomazia. L'art. 3 indica le attuali funzioni di una missione diplomatica permanente: rappresentare il proprio Stato; proteggere gli interessi di questo e dei suoi cittadini nel territorio dello Stato accreditatario; negoziare con il governo estero; inviare rapporti al proprio governo sullo sviluppo degli avvenimenti; promuovere relazioni amichevoli; incrementare i rapporti commerciali, culturali e scientifici tra il proprio Stato e quello in cui è accreditato.

Per quanto riguarda la personalità degli agenti diplomatici e gli edifici della missione, la convenzione di Vienna confermò la loro inviolabilità: gli agenti diplomatici e i loro collaboratori non possono essere soggetti a nessuna forma di arresto o detenzione, il loro bagaglio o la loro corrispondenza è inviolabile. Se essi commettono reati sono quasi sempre rinviati in patria come persona non grata. Nessuna persona dello Stato ospitante può entrare nella missione senza il consenso del suo funzionario di grado più elevato. Pertanto le missioni non possono essere sottoposte a indagini, perquisizioni e sequestri .

In caso di guerra, lo Stato accreditatario è ovviamente tenuto a facilitare ai diplomatici degli Stati belligeranti la partenza dal Paese.

ESERCIZIO 1. Studiate il testo in cui vengono riportati alcuni articoli della Convenzione di Vienna del 1961. Cosa si dice delle relazioni diplomatiche?

Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche Conchiusa a Vienna il 18 aprile 1961

Approvata dall’Assemblea federale il 21 giugno 1963

(Stato 26 maggio 2009)

Gli Stati Parte alla presente Convenzione,

memori che fino dall’antichità i popoli di ogni paese riconoscono lo stato degli agenti diplomatici,coscienti degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni

Unite concernenti l’uguaglianza sovrana degli Stati, la conservazione della pace e della sicurezza internazionale e lo sviluppo delle relazioni amichevoli tra le nazioni,persuasi che una convenzione internazionale su le relazioni, i privilegi e le immunità diplomatiche contribuirebbe a favorire le relazioni

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amichevoli tra i paesi, quale che sia la diversità dei loro ordinamenti costituzionali e sociali,convinti che questi privilegi e immunità non tendono ad avvantaggiare persone singole, ma ad assicurare l’adempimento efficace delle funzioni delle missioni diplomatiche in quanto rappresentano gli Stati, affermato che le regole del diritto internazionale consuetudinario devono rimanere applicabili alle questioni che non sono regolate espressamente nelle disposizioni della presente Convenzione, hanno convenuto quanto segue:

Art. 1

Secondo la presente Convenzione, le locuzioni seguenti significano:

a.«capomissione», la persona incaricata dallo Stato accreditante ad agire in tale qualità;

b.«membri della missione», il capomissione e i membri del personale della missione;

c.«membri del personale della missione», i membri del personale diplomatico, del personale amministrativo e tecnico e del personale di servizio della missione;

d.«membri del personale diplomatico», i membri del personale della missione che hanno la qualità di diplomatici;

e.«agente diplomatico», il capomissione o un membro del personale diplomatico della missione;

f.«membri del personale amministrativo e tecnico», i membri del personale della missione impiegati nel servizio amministrativo e tecnico della stessa;

g.«membri del personale di servizio», i membri del personale della missione impiegati nel servizio domestico della stessa;

h.«domestico privato», la persona impiegata nel servizio domestico di un membro della missione, che non sia impiegata dello Stato accreditante;

i.«stanze della missione», gli edifici o parti di edifici e il terreno annesso, qualunque ne sia il proprietario, adoperati ai fini della missione, compresa la residenza del capo della stessa.

Art. 2

L’istituzione di relazioni diplomatiche tra Stati e l’invio di missioni diplomatiche permanenti avvengono per consenso vicendevole.

Art. 3

1.Le funzioni d’una missione diplomatica consistono segnatamente nel:

a.rappresentare lo Stato accreditante presso lo Stato accreditatario;

b.proteggere nello Stato accreditatario gli interessi dello Stato accreditante

e dei cittadini di questo, nei limiti ammessi dal diritto internazionale;

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c.negoziare con il governo dello Stato accreditatario;

d.informarsi, con ogni mezzo lecito, delle condizioni e dell’evoluzione degli avvenimenti nello Stato accreditatario e fare rapporto a tale riguardo allo Stato accreditante;

e.promuovere le relazioni amichevoli e sviluppare le relazioni economiche, culturali e scientifiche tra lo Stato accreditante e lo Stato accreditatario.

2.Nessuna disposizione della presente Convenzione può essere intesa come vietante l’esercizio di funzioni consolari da parte d’una missione diplomatica.

Art. 4

1.Lo Stato accreditante deve accertarsi che la persona che intende accreditare abbia ricevuto il gradimento dello Stato accreditatario.

2.Lo Stato accreditatario non è tenuto a comunicare allo Stato accreditante le ragioni del diniego d’un gradimento.

Art. 5

1.Lo Stato accreditante può, dopo la debita notificazione agli Stati accreditatari interessati, accreditare un capo di missione o, se è il caso, destinare un membro del personale diplomatico presso parecchi Stati, salvo che uno degli Stati accreditatari non vi si opponga espressamente.

2.Lo Stato che accredita un capomissione presso uno o parecchi altri Stati, può stabilire una missione diplomatica diretta da un incaricato d’affari ad interim in ciascuno degli Stati dove il capomissione non ha la residenza permanente.

3.Un capomissione o un membro del personale diplomatico della missione può rappresentare lo Stato accreditante presso ogni organizzazione internazionale.

Art. 6

Parecchi Stati possono accreditare la medesima persona come capomissione presso un altro Stato, sempreché lo Stato accreditatario non vi si opponga.

ESERCIZIO 2. Rispondete alle seguenti domande:

Quando e dove fu adottata la Convenzione sulle relazioni internazionali? A che cosa deve contribuire la Convenzione di Vienna del 1961?

Che cosa riconosce la Convenzione di Vienna?

Chi viene definito ―agente diplomatico‖?

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